Eppure, si tratta di due aspetti fondamentali per il benessere complessivo della persona, che incidono sulla qualità della vita, sulla fiducia in sé stessi e sulle relazioni con gli altri.
Parlare di incontinenza e sessualità può sembrare difficile, ma affrontarli è un atto di cura verso sé stessi. Il Parkinson cambia il corpo, ma non cancella il bisogno di intimità, piacere, autonomia. La fisioterapia pelvica è uno strumento potente, discreto e rispettoso, che aiuta a riconnettersi con il proprio corpo e a migliorare la qualità della vita sotto ogni aspetto.
Incontinenza urinaria: quando il corpo sfugge al controllo
L’incontinenza può presentarsi in diverse forme: urgenza improvvisa, difficoltà a trattenere l’urina, bisogno frequente di andare in bagno, anche di notte. Sono disturbi che possono generare disagio, senso di insicurezza e talvolta portare ad auto-limitarsi nelle uscite o nelle attività quotidiane.
È importante sapere che non si è soli in questa esperienza, e che esistono diverse strategie per gestirla. Dalla corretta idratazione, all’organizzazione delle abitudini quotidiane, fino all’adozione di tecniche specifiche per migliorare il controllo della vescica: piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza.
Anche alcune attività mirate – come esercizi di respirazione, consapevolezza corporea o allenamento dei muscoli profondi – possono contribuire a ridurre i sintomi e a migliorare la sicurezza nel quotidiano. Un confronto con un professionista può aiutare a individuare il percorso più adatto alla propria situazione.
Sessualità: un bisogno che resta, anche se cambia
La sessualità è parte integrante della vita, in ogni fase dell’età e della salute. Con il Parkinson, possono insorgere cambiamenti fisici e psicologici che influenzano il desiderio, la funzione sessuale o la relazione con il proprio corpo.
La fatica, i cambiamenti ormonali, i farmaci, ma anche l’imbarazzo legato a sintomi come l’incontinenza, possono incidere sulla vita intima. Tuttavia, questi cambiamenti non significano necessariamente una rinuncia alla sessualità. Piuttosto, possono aprire la strada a una nuova consapevolezza, a forme di intimità più comunicative, più lente, ma altrettanto profonde.
Parlarne con il proprio partner, con il medico o con una figura sanitaria di fiducia può essere un primo passo importante. Non è mai troppo tardi per riscoprire il piacere del contatto, della relazione e del corpo.
Prendersi cura di sé nel Parkinson significa anche dare spazio a queste dimensioni: il controllo delle funzioni corporee, la libertà di muoversi con sicurezza, il diritto a una vita affettiva e sessuale soddisfacente.
Oggi, grazie a un approccio multidisciplinare, sempre più persone riescono a migliorare questi aspetti della vita quotidiana. A volte bastano piccoli accorgimenti, altre volte è utile un aiuto professionale, ad esempio da parte di figure come il neurologo, l'urologo, lo psicologo o il fisioterapista specializzato.
Quello che conta è non rinunciare a parlare di ciò che conta davvero, anche quando può sembrare scomodo. La salute non riguarda solo i sintomi: riguarda la dignità, l’autonomia e il benessere complessivo della persona.
Dott. Paolo Gandolfo, fisioterapista e osteopata
Dott.ssa Chiara Granifero, fisioterapista e osteopata
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