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Criteri di assegnazione dell'Indennità di Accompagnamento

Al Convegno "Malattia di Parkinson nella Regione Piemonte" dell'11 Aprile 2019, il Dott. Nebbia ha illustrato i requisiti richiesti per avere diritto all'indennità di accompagnamento...

 Criteri di assegnazione dell'Indennità di Accompagnamento

 

1. Le Linee Guida dell'INPS
2. Valutazione degli Atti Quotidiani

 

La definizione di indennità d’accompagnamento è presente nell’art. 1 della Legge 11 febbraio 1980 n. 18:

“Ai mutilati ed invalidi civili totalmente inabili [...] che si trovano nell'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisognano di un'assistenza continua, è concessa un'indennità di accompagnamento ...”.

Le linee guida dell'INPS

Ad oggi non vi sono stati aggiornamenti o modifiche alla legge. Solamente nel 2010 nelle linee guida dell’INPS, che non hanno valore di legge ma sono solo indicazioni operative per i medici INPS, in cui, relativamente all'impossibilità a deambulare si legge:

“È opportuno sottolineare alcuni requisiti di legge quali l’impossibilità a deambulare, non la semplice difficoltà, il carattere di permanenza dell’aiuto dell’accompagnatore, non di saltuarietà. Va da sé che presidi ortopedici e protesici che rendano il soggetto autonomo nella deambulazione escludono il diritto all’indennità. Il requisito della permanenza implica la sussistenza di menomazioni anatomo-funzionali irreversibili e immodificabili da qualsiasi presidio”.

Si tratta di un’interpretazione restrittiva che, di fatto, cerca di escludere tutte quelle condizioni limite dove la deambulazione è concessa solo per pochi passi o con estrema difficoltà.

Valutazione degli atti quotidiani

Per quanto riguarda, invece, gli atti quotidiani della vita si legge:

“Per quel che concerne gli atti quotidiani della vita, constatando la genericità dell’espressione e in accordo con la prevalente dottrina medico legale, essi vanno intesi come quel complesso di attività che assicurano un livello basale di autonomia personale in un ambito per lo più intradomiciliare. Il prendere in considerazione le attività extradomiciliari, in ambienti complessi come le moderne metropoli, porterebbe, infatti, ad una valutazione talmente estensiva da superare l’ambito medico legale”.

Specificando inoltre:

“Si ricorda che il dettato legislativo prevede la necessità di un'assistenza continuativa da parte di terzi per il concretizzarsi del requisito medico legale; si intende che la dizione “continuativa” rimanda ad un'assistenza che si esplica nell’arco della intera giornata e non solo in saltuari momenti”.

Nelle valutazioni attuali prevale, quindi, un’interpretazione restrittiva sia per quanto riguarda la deambulazione, sia per le attività della vita quotidiana. Vengono penalizzati, nell’ambito motorio, le gravi compromissioni dell’attività motoria che però mantengono una minima autonomia nell’ambito domestico magari con l’uso di ausili (girello, canadesi) e, nell’ambito degli atti quotidiani della vita (lavarsi, vestirsi, spostarsi, continenza sfinteriale e autonomia in toilette, alimentazione), pazienti con gravi disabilità mentali ma ancora con buone abilità motorie.

A cura del Dott. Francesco Nebbia, Medicina Legale ASL TO5

 

Per informazioni sull'Indennità di Accompagnamento è possibile richiedere un appuntamento con il nostro consulente del Patronato ACLI.

 

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