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Ricoveri: cosa sapere prima di accettare le dimissioni dall'ospedale

La situazione attuale dell’assistenza e la carenza di posti letto spinge a volte l’organizzazione sanitaria a spingere le dimissioni.

I malati cronici e non autosufficienti, se ricoverati in ospedale, non possono essere dimessi prima che siano state assicurate e organizzate dall'Asl di residenza le cure domiciliari (volontariamente accettate e concordate coi familiari) oppure, quando non sia possibile il rientro a casa, sia stata individuata una Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) o una residenza assistenziale flessibile (Raf), dove la persona possa essere trasferita a cura e spese della sanità regionale.

In alcune realtà può verificarsi che il personale degli ospedali dia informazioni incomplete o errate con lo scopo di "liberare" posti letto occupati dai malati cronici. La legge consente di opporsi alle dimissioni da ospedali e da strutture residenziali.

Prima di accettare le dimissioni dall’ospedale o da altra struttura sanitaria bisogna valutare attentamente la situazione. Accettando le dimissioni ci si assume tutta la responsabilità della continuità terapeutica. Dopo la dimissione, oltre all’attivazione dell’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) da parte del medico di famiglia, si può richiedere il servizio di assistenza tutelare alla persona o assistenza domiciliare (assistente familiare, OSS…), ma non sempre l’Asl è in grado di dare una risposta positiva in tempi soddisfacenti (iscrizione in lista di attesa). Sia per l’assistenza domiciliare che per accedere al ricovero in una Rsa è indispensabile richiedere la certificazione dell’ Unità Valutativa Geriatrica (UVG) dell’Asl di residenza.

Nell’attesa il paziente deve pagare privatamente i costi per l’eventuale assistenza alla persona a domicilio oppure per un posto letto privato in Rsa. Le Unità Valutative Geriatriche hanno il ruolo di valutare i bisogni della persona anziana nel suo complesso, attraverso l'esame della documentazione attestante le sue condizioni di salute, familiari ed economiche sottoponendo la persona stessa ad una visita collegiale. Di norma la visita si svolge presso un ambulatorio dell'ASL ma se il paziente è impossibilitato a muoversi e tale condizione viene certificata dal medico curante, la sua visita viene effettuata presso la sua abitazione.

Come ci si oppone alle dimissioni?

Per opporsi alle dimissioni è sufficiente l'invio di tre raccomandate con ricevuta di ritorno. Per la compilazione della lettera è possibile rivolgersi alla segreteria AIP (0113119392).

L’assistenza domiciliare è costituita dalle prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e assistenziali che vengono erogate direttamente a casa di quei cittadini che, per particolari condizioni cliniche o di non autosufficienza, non sono in grado di recarsi presso l’ambulatorio del proprio medico. È un modello di cura alternativo al ricovero in ospedale o in struttura residenziale, per permettere alla persona di rimanere il più possibile nel proprio ambiente abituale di vita.


Esistono diverse tipologie di cure domiciliari, a seconda della complessità e dei bisogni espressi dalle persone.

  • Assistenza domiciliare integrata (A.D.I.): assicura alle persone affette da patologie gravi, in condizioni di non autosufficienza, cure sanitarie presso il proprio domicilio. Comprende visite del medico di medicina generale e dei medici specialistici, prestazioni infermieristiche e riabilitative. La proposta di attivazione viene formulata dal medico di famiglia.
  • Assistenza domiciliare programmata (A.D.P.): assicura visite programmate del medico di famiglia presso il domicilio di pazienti non deambulanti, con particolari patologie croniche o invalidanti, che non sono in grado di recarsi o di essere trasportati di essere presso l’ambulatorio. La proposta di attivazione viene formulata dal medico di famiglia.
  • Assistenza infermieristica regolare o estemporanea a domicilio (es. prelievi). La richiesta è redatta dal medico di famiglia.
  • Assistenza domiciliare socio‐assistenziale: sono le cosiddette cure tutelari, ovvero assistenza prestata alle persone da parte di operatori socio sanitari o prevalentemente dalle Assistenti Familiari (badanti) in collaborazione al 50% con il consorzio dei servizi socio assistenziali dei comuni per dare un sostegno al familiare che se ne prende cura. Le assistenti familiari si occupano dell'igiene personale del malato e dell'ambiente, della mobilizzazione del paziente, aiuto nell'alimentazione…. E' un servizio erogato sulla base di un Progetto Assistenziale Individuale (PAI) elaborato durante la visita presso l’Unità Valutativa Geriatrica. Il servizio è gratuito per persone con basso reddito o nullo, mentre è prevista una partecipazione alla spesa per le persone con redditi superiori al minimo; contattare il Servizio Socio‐assistenziale del proprio quartiere.

Fonte: Informazioni Utili - Consiglio dei Seniores di Torino

 

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